Cadde la maschera fra gli ulivi
E nella terra si riconobbe
Il volto della bambina stanca
Attenta ai fiori che cresceano intorno
E poi fu sera un'altra volta ancora
Ed il suo volto impallidito e nudo
Sperò di nuovo nell'occulto bacio
Che le facesse un'altra volta scudo
Ma il nòcciolo d'oliva
S'agitava forte
E dalla buccia venne fuori un verme
Che si nutrì della saggezza e l'osso
Nella promessa che potesse un giorno
Regalare nuova forma a tutto
E la bambina spaventata e stanca
Guardava le farfalle
E fra gli ulivi trascinava a stento
Pensieri, pianti, frustrazioni e affanni.
Ma la radice dell'ulivo antico
Le bloccava un'altra volta il passo
E dal bocciolo più vistoso e bello
Sbocciò una maschera di seta e carne.
La bimba ormai cresciuta
Si guardava ai piedi
E quella maschera di carne rossa
Le si incollò sul collo
Mentre le streghe le rideano intorno
Mentre le streghe le baciavano il collo
Ma quando apparve il sole
La bambina senza volto
Provò tanta paura
Così chinò la testa tanto a fondo
Perché nessuno le vedesse il volto
Perché nessuno le ridesse intorno
E restò lì con la paura di germogliare
E con la faccia in alto e il volto in fondo
Mentre gli ulivi stettero a guardare
Lasciando alla sfiducia il suo ritorno
